IMPERMANENTE DECOSTRUZIONE
In un semplice gioco di Lego con mio figlio ho potuto osservare il mio respiro ed i miei pensieri. Mentre l'obiettivo finale era costruire una torre (una torre di Bologna 😛) mi sono trovata alle prese con i miei pensieri: “finiamo presto questa torre! Voglio vedere la torre pronta.
No, Yuri, il pezzo è al contrario ... ”Nel frattempo, il mio corpo e tutta la mia azione erano lenti, aspettando che mio figlio eseguisse il compito a modo suo, a suo tempo e godendosi questo piacevole scambio di giochi con sua madre. Dove vado dopo che la torre è pronta? Quale sarà la mia ricompensa dopo il risultato raggiunto?
E in questa folle danza tra corpo e mente, cerco di guardare più profondamente questo essere interiore fragile, competitivo, ansioso e trasformare in presenza, radicamento e ascolto profondo. Questo essere può stare ancora lì, ma la mia attenzione sarà quella di vedere un pezzo alla volta perché ogni cosa ha il suo tempo.
Ancora sul giocare con mio figlio.
“La mia torre è la più alta". "Guarda quanto sono più veloce!" "Non riesco a montare il pezzo, ufffaaa" e così il bambino sta assorbendo il nostro modello di competizione.
Se la mia mente non è nel momento presente, cioè persa in distrazioni sul passato o sul futuro, lasciamo che sia guidata dal pilota automatico. Il pilota automatico, nel mio caso, è la competizione perché è così che ho imparato da piccola.
Quanto possiamo liberare il bambino da questa competizione che portiamo avanti e fargli mostrare la sua vera essenza sin dalla tenera età?
Quanto possiamo lasciare che il gioco sia di grande piacere e libertà di espressione? La censura che critichiamo all'estero può vivere anche dentro di noi, in un semplice gioco di Lego.
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